Colpi di Fulmine - La Recensione

Capita frequentemente negli sport di squadra: un team vincente che per anni regna incontrastato e si dimostra nettamente superiore agli avversari, pian piano diventa sempre più prevedibile e perde il distacco enorme che aveva stanziato sulle inseguitrici, che nel frattempo, rinforzate, lo raggiungono rubandogli il predominio e lasciandolo cadere inesorabile nelle zone meno nobili della classifica.

Aurelio de Laurentiis - che proprio di una società di calcio è presidente – negli ultimi anni ha applicato al cine-panettone lo stesso trattamento che un presidente applicherebbe ad una grande squadra di calcio entrata in crisi. Ha cominciato apportando modifiche alla rosa, ha continuato diversificando la qualità dei suoi interpreti, ha separato le prime donne puntando solamente su una di loro quando queste hanno dato segni di divergenza e, infine, ha addirittura cambiato il rodatissimo modulo di gioco esprimendo un approccio più garbato e meno offensivo. Sta di fatto che quella superiorità indossata un tempo non è più riuscito a recuperarla e quest'anno non gli era rimasto altro che giocarsi l'ultima carta: quella che porta il cine-panettone ad annullarsi rinunciando alla tanto amata ambientazione natalizia e alla collaudatissima trama corale.

Così irrompe, leggermente ambiguo, "Colpi di Fulmine" la pellicola che spezza la tradizione a cui per anni eravamo stati abituati, proponendo una trama suddivisa in due episodi distinti: il primo con protagonista l'intoccabile Christian De Sica e il secondo affidato al duo comico consolidato - ma inedito in questo tipo di prodotti - Greg e Lillo. Il tema centrale è oltremodo chiaro, l'amore. In entrambi i casi infatti, sia De Sica che Greg, si innamorano perdutamente di due donne a tal punto da fare tutto ciò che è in loro potere pur di riuscire a conquistarle.

Al di là di questo, però, a colpire molto più di un fulmine sono le chiarissime risposte che questa nuova formula afferma, seppur magari in modo ingenuo e del tutto involontario. L’episodio di Christian De Sica convalida senza troppi indugi l'impasse riscontrata negli ultimi anni da questo franchise, riportando una storia stanca, scarna e priva di qualsiasi tipo di coinvolgimento e piacere. Greg e Lillo invece originano un vero e proprio corto circuito, ravvivando la scena e risvegliando lo spettatore dal primo insipido episodio stimolandolo di nuovo per invogliarlo al migliore e divertentissimo secondo. I due lavori sono senza dubbio nettamente distanti e discordi l’uno dall'altro, lo si nota sia dalle loro sceneggiature sia dalla loro regia, commissionata sempre al fidatissimo Neri Parenti che con il duo romano riesce comunque a fare molto meglio di quanto espresso con l'amico Christian.

Per cui la domanda che sorge spontanea è perché non si sia lasciato spazio unicamente a ciò che realmente funziona a dovere: ai tempi comici perfetti e alle divertentissime gag di una coppia, Greg e Lillo, che surclassa senza troppe difficoltà l’ormai troppo ingombrante e consumato De Sica. Forse delle abbondanti modifiche apportate negli anni è mancata quella veramente giusta ed efficace e con “Colpi di Fulmine”, se dubbi c’erano, di certo ora scompaiono. Per questo motivo adesso bisognerebbe domandare al produttore/presidente De Laurentiis: cosa succede in una squadra di calcio quando a diventare di troppo è colui che prima era considerato intoccabile leader?

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